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La storia di Atypica: la cooperativa torinese cresce perseguendo l’idea di una società inclusiva e solidale

Pezzo Bernardini

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“Il bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere”. Questa frase di François Rabelais dà l’impressione di essere stata scritta apposta per una cooperativa come quella di Atypica. Sì, perché delle parole dello scrittore francese i 41 soci lavoratori dell’azienda piemontese sembrano aver fatto la loro ragione d’essere, contribuendo alla nascita di un progetto pedagogico ed educativo in grado di interpretare i segnali di una società in continua trasformazione, come dimostra il modello di social housing che hanno sviluppato.

“La nostra impresa sociale - spiega Chiara Rapelli, presidente di Atypica - è impegnata a favorire lo sviluppo dei bambini e delle bambine e a promuovere il benessere dei cittadini e delle cittadine. Lo facciamo attraverso la gestione di servizi socio educativi, collaborando con una pluralità di attori legati al settore pubblico e al settore privato, come, soltanto per ricordarne qualcuno, la Città di Torino e il Politecnico”. 

Una visione, quella di Atypica, da cooperativa “di strada”, vicina alle persone, che si muove in un orizzonte capace di abbracciare valori quali la prossimità, la cura e il continuo dialogo.

Nata nel 1991 a Collegno, in provincia di Torino, la cooperativa si è sempre occupata, tra le altre cose, di politiche giovanili, di progetti per l’infanzia, di accoglienza per i migranti, di mediazione linguistica e culturale, perseguendo l’idea di una società inclusiva e solidale.

“Sono davvero tanti - ribadisce la presidente Rapelli - i servizi che offriamo. Potrei citare, ad esempio, il ‘Tana CuQù’, un baby parking nel cuore del quartiere di San Salvario a Torino, un’area dedicata all'accompagnamento dei genitori e dei bambini nei primi anni di vita; oppure lo spazio Civico Zero Torino, un centro a bassa soglia rivolto ai minori stranieri non accompagnati che gestiamo in partenariato con Save the Children; o, ancora, “Le Microtane”, un luogo di incontro, confronto e formazione, situato all’interno del Parco Generale Dalla Chiesa di Collegno, in cui ai genitori si chiede di diventare altrettanti ‘strumenti’ di una genitorialità attiva e responsabile. Ma potrei fare molti altri esempi, che riguardano i nostri progetti legati alle attività rivolte agli anziani e ai disabili e alla promozione culturale e artistica. Qui basti dire che in ogni servizio cerchiamo di mettere in campo quelli che, alla fine, sono i nostri punti di forza: il project management, la modalità di integrazione con la rete dei servizi, l’attività di sperimentazione nella gestione di quest’ultimi, la valorizzazione delle competenze dei soci”.

Soci, si può aggiungere, il cui futuro sembra legato al cambiamento della sede della cooperativa, che non rappresenta semplicemente il “trasloco della sede legale”, oggi situata all’interno del Parco Generale Dalla Chiesa di Collegno, ma anche e soprattutto un importante progetto di sviluppo. La nuova struttura - una ex cascina che si trova in una frazione del comune di Rivoli (TO), al crocevia di quattro comuni: Collegno, Rivoli, Pianezza e Alpignano - permetterà infatti alla cooperativa di implementare la collaborazione con i comuni in questione, di ampliare alcuni dei servizi già offerti e di sviluppare un settore innovativo, quello dell’ortoterapia e dei giardini del benessere. 

“Guardiamo al futuro – conclude la Rapelli – con grande ottimismo, grazie al progetto europeo Small2big”. 

 Andrea Berardini