Imprese sociali che nascono e crescono, anche grazie alla capitalizzazione di CFI, all'interno del progetto europeo small2big: Prisma
Intervista al Presidente De Angelis
“La prova di moralità di una società risiede in quello che essa fa per i suoi bambini”. Queste parole del teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer spiegano, meglio di altre, qual è la vera essenza di un’impresa sociale come quella di Prisma, nata a Meta nel 2001, grazie all’iniziativa di un gruppo di educatori e di esperti nelle relazioni d’aiuto. La cooperativa metese, che opera in tutta la provincia di Napoli, può contare oggi su 164 addetti (di cui 79 soci lavoratori) ed è stata riconosciuta dalla Regione Campania come ente di formazione e accreditamento. Per conoscere meglio l’attività dell’azienda campana, abbiamo intervistato Michele De Angelis, presidente di Prisma.
Presidente De Angelis qual è la vostra mission?
Diciamo subito che per noi il lavoro rappresenta un “luogo” di affermazione individuale. Da questo punto di partenza deriva la nostra mission, legata allo sviluppo umano della persona e della comunità, a cominciare dalla tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. La centralità dei bisogni del bambino, la ricerca e l'innovazione, la formazione continua, la laicità ed il rispetto dei diritti dei lavoratori sono, in sintesi, i nostri principi ispiratori.
Ci dice qualcosa sui servizi che offrite?
Le attività che svolgiamo sono tante. Si va, soltanto per citarne alcune, dai servizi alla prima infanzia al tutoraggio educativo, dai centri ricreativi estivi all’assistenza domiciliare per i minori a rischio di esclusione sociale, fino ad arrivare ad alcune attività come quelle legate alla refezione scolastica e alla panificazione, finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Alcuni dei vostri servizi dimostrano di avere un carattere fortemente innovativo. Ce ne vuole parlare?
Il Centro di Produzione che si trova a Massa Lubrense è sicuramente uno di questi: gli investimenti che abbiamo messo in campo, per quanto concerne la dotazione tecnologica, lo hanno reso, se guardiamo al territorio di riferimento, un polo unico nel suo genere, capace di innovare profondamente il processo di produzione alimentare. L’altro servizio che vorrei menzionare è quello relativo al micronido Campanello, da noi progettato e realizzato in project financing con il Comune di Capri: un vero e proprio gioiello che trova la sua ispirazione nel modello montessoriano.
Oltre alla capacità di innovare, quali sono i punti di forza di una cooperativa come la vostra?
Direi, prima di tutto, la coesione tra i soci, che ci ha permesso di superare anche i momenti più difficili. Poi, la capacità di diversificare le attività, puntando su settori che differivano da quelli che ci appartenevano, diciamo così, per tradizione. Infine, l’aver investito sempre sulle risorse interne, attraverso la formazione.
Prisma è anche una “incubatrice” di belle storie…
Sì, basti pensare alla storia di Krystyna Raczynska, profuga ucraina fuggita da Kiev a 18 anni appena compiuti, subito dopo lo scoppio della guerra. Mettendo in campo le nostre risorse professionali e, soprattutto, umane, abbiamo provveduto a fornirle vitto e alloggio e ad iscriverla ad un corso base di italiano. Poi, grazie ad un percorso di tutoraggio lavorativo e relazionale, abbiamo inserito Krystyna nel nostro bistrot di Sorrento. Da qualche mese coordina l’attività di produzione di pasta fresca presso il nostro Centro di Massa Lubrense e si è specializzata nella produzione di gnocchi di patate, un piatto che a suo dire ricorda alcune preparazioni tipiche dell’Ucraina. Da pochi giorni Krystyna è diventata anche socia della cooperativa, insieme a Liana (come lei, profuga ucraina) e ad Abdulai, che viene dal Mali.
Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto, ha detto Alessandro Baricco. Come si immagina il futuro della “sua” cooperativa?
A noi pare di capire che nei settori tradizionali dei servizi alla persona la concorrenza sia aumentata e che la Pubblica Amministrazione, che è il nostro principale cliente, si troverà a gestire sempre meno risorse. D’altra parte, la domanda di servizi da parte dei cittadini aumenta ed aumenterà sempre di più e, pertanto, crediamo che in futuro i servizi verranno erogati in regime concessorio oppure direttamente ai cittadini. Nel contesto territoriale in cui lavoriamo, i nostri servizi sono molto richiesti e le aziende legate al turismo ci interpellano in maniera costante. Dovremo saper attrarre risorse per potenziare ulteriormente le linee produttive e mantenere alto lo standard qualitativo e il livello competitivo.
Il progetto europeo Small2big ha permesso a CFI di finanziare la vostra azienda. Che benefici ne avete tratto?
Grazie al progetto Small2Big abbiamo rafforzato il patrimonio aziendale, dando un forte input all’avvio della struttura residenziale per anziani non autosufficienti a Massa Lubrense. Speriamo che questo sia il primo passo per un consolidamento ulteriore che ci consentirà di espandere le attività esistenti e crearne di nuove.
Un’ultima domanda. Che cosa significa per voi essere una cooperativa?
Le rispondo così: una cooperativa sociale come la nostra è diversa dalle agenzie pubbliche, perché rappresenta una risposta dal basso; è diversa anche dagli organismi informali, perché si configura come una risposta organizzata alle esigenze delle persone. E, soprattutto, si pone in modo diverso rispetto a quelle che sono le imprese a scopo di lucro, perché rovescia il rapporto tra i bisogni degli utenti e il conseguimento di un utile economico.
Andrea Bernardini
Presidente De Angelis qual è la vostra mission?
Diciamo subito che per noi il lavoro rappresenta un “luogo” di affermazione individuale. Da questo punto di partenza deriva la nostra mission, legata allo sviluppo umano della persona e della comunità, a cominciare dalla tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. La centralità dei bisogni del bambino, la ricerca e l'innovazione, la formazione continua, la laicità ed il rispetto dei diritti dei lavoratori sono, in sintesi, i nostri principi ispiratori.
Ci dice qualcosa sui servizi che offrite?
Le attività che svolgiamo sono tante. Si va, soltanto per citarne alcune, dai servizi alla prima infanzia al tutoraggio educativo, dai centri ricreativi estivi all’assistenza domiciliare per i minori a rischio di esclusione sociale, fino ad arrivare ad alcune attività come quelle legate alla refezione scolastica e alla panificazione, finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Alcuni dei vostri servizi dimostrano di avere un carattere fortemente innovativo. Ce ne vuole parlare?
Il Centro di Produzione che si trova a Massa Lubrense è sicuramente uno di questi: gli investimenti che abbiamo messo in campo, per quanto concerne la dotazione tecnologica, lo hanno reso, se guardiamo al territorio di riferimento, un polo unico nel suo genere, capace di innovare profondamente il processo di produzione alimentare. L’altro servizio che vorrei menzionare è quello relativo al micronido Campanello, da noi progettato e realizzato in project financing con il Comune di Capri: un vero e proprio gioiello che trova la sua ispirazione nel modello montessoriano.
Oltre alla capacità di innovare, quali sono i punti di forza di una cooperativa come la vostra?
Direi, prima di tutto, la coesione tra i soci, che ci ha permesso di superare anche i momenti più difficili. Poi, la capacità di diversificare le attività, puntando su settori che differivano da quelli che ci appartenevano, diciamo così, per tradizione. Infine, l’aver investito sempre sulle risorse interne, attraverso la formazione.
Prisma è anche una “incubatrice” di belle storie…
Sì, basti pensare alla storia di Krystyna Raczynska, profuga ucraina fuggita da Kiev a 18 anni appena compiuti, subito dopo lo scoppio della guerra. Mettendo in campo le nostre risorse professionali e, soprattutto, umane, abbiamo provveduto a fornirle vitto e alloggio e ad iscriverla ad un corso base di italiano. Poi, grazie ad un percorso di tutoraggio lavorativo e relazionale, abbiamo inserito Krystyna nel nostro bistrot di Sorrento. Da qualche mese coordina l’attività di produzione di pasta fresca presso il nostro Centro di Massa Lubrense e si è specializzata nella produzione di gnocchi di patate, un piatto che a suo dire ricorda alcune preparazioni tipiche dell’Ucraina. Da pochi giorni Krystyna è diventata anche socia della cooperativa, insieme a Liana (come lei, profuga ucraina) e ad Abdulai, che viene dal Mali.
Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto, ha detto Alessandro Baricco. Come si immagina il futuro della “sua” cooperativa?
A noi pare di capire che nei settori tradizionali dei servizi alla persona la concorrenza sia aumentata e che la Pubblica Amministrazione, che è il nostro principale cliente, si troverà a gestire sempre meno risorse. D’altra parte, la domanda di servizi da parte dei cittadini aumenta ed aumenterà sempre di più e, pertanto, crediamo che in futuro i servizi verranno erogati in regime concessorio oppure direttamente ai cittadini. Nel contesto territoriale in cui lavoriamo, i nostri servizi sono molto richiesti e le aziende legate al turismo ci interpellano in maniera costante. Dovremo saper attrarre risorse per potenziare ulteriormente le linee produttive e mantenere alto lo standard qualitativo e il livello competitivo.
Il progetto europeo Small2big ha permesso a CFI di finanziare la vostra azienda. Che benefici ne avete tratto?
Grazie al progetto Small2Big abbiamo rafforzato il patrimonio aziendale, dando un forte input all’avvio della struttura residenziale per anziani non autosufficienti a Massa Lubrense. Speriamo che questo sia il primo passo per un consolidamento ulteriore che ci consentirà di espandere le attività esistenti e crearne di nuove.
Un’ultima domanda. Che cosa significa per voi essere una cooperativa?
Le rispondo così: una cooperativa sociale come la nostra è diversa dalle agenzie pubbliche, perché rappresenta una risposta dal basso; è diversa anche dagli organismi informali, perché si configura come una risposta organizzata alle esigenze delle persone. E, soprattutto, si pone in modo diverso rispetto a quelle che sono le imprese a scopo di lucro, perché rovescia il rapporto tra i bisogni degli utenti e il conseguimento di un utile economico.
Andrea Bernardini