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La Cooperativa siciliana Ceramiche Siciliane Pattesi, l’eccellenza del mare Made in Italy e i valori della cooperazione

Pezzo Bernardini

FotografiaIl calore del tornio, l’odore dell’argilla che si addolcisce al contatto con le mani, la forma che nasce dalla fusione tra idea e materia. Tutto, quando si parla della cooperativa Ceramiche Siciliane Pattesi (CSP), rimanda alle antiche leggi della tradizione artigiana. Nella storia dell’azienda di Patti, (ri)nata nel messinese da un progetto di workers buyout e sostenuta anche da Cfi, quel procedimento “corpo a corpo” che contraddistingue da sempre la lavorazione della ceramica si sposa però con la modernità, in un intreccio tra industria, dimensione umana e sostenibilità.

“La nostra cooperativa - spiega Paolo Giuttari, presidente della CSP - produce ceramiche da tavola, dipinte a mano.  Se dovessi dire quali sono le caratteristiche principali dei nostri prodotti, direi inventiva, funzionalità e, soprattutto, una grande accuratezza nel design. In più, gli articoli della CSP sono accompagnati da un certificato di qualità che dà la garanzia che smalti e colori utilizzati siano atossici e senza piombo. L’intera filiera produttiva viene realizzata nel nostro stabilimento, così come la progettazione e la commercializzazione. Il tutto cercando di sviluppare un modello di business  che segua un approccio olistico e che ci permetta di essere sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Basti pensare che, a breve, acquisteremo un impianto fotovoltaico e un forno tecnologicamente più avanzato, in grado di ridurre e, in alcuni periodi dell’anno, di azzerare l’impatto ambientale della nostra produzione”.

Costituita nel 2021 la CSP ha raggiunto un fatturato che si avvicina ai 380 mila euro, grazie alla commercializzazione di prodotti, in Italia e all’estero, che rappresentano il top di gamma in un settore dove l’eccellenza e la qualità del Made in Italy sembrano poter ancora fare la differenza. Come dimostrano i 7 soci lavoratori della cooperativa siciliana, capaci di fornire alla clientela un articolo che finisce con l’unire un know how sapiente alla conoscenza delle tecnologie più innovative.
“La passione, la professionalità e l’amore per quest’arte - dice ancora Giuttari - hanno rappresentato il fulcro del nostro lavoro e ci hanno permesso di realizzare un prodotto eccellente e competitivo, che siamo riusciti a commercializzare anche attraverso Internet, arrivando ad acquisire importanti clienti perfino in Messico e in Corea del Sud. E questo grazie anche a un modello, quello cooperativo, incentrato su principi di democraticità, di uguaglianza e di governance orizzontale, che ci ha consentito di affrontare tante difficoltà, garantendo una maggiore tutela del posto di lavoro e delle condizioni socio-economiche dei soci lavoratori”.

Nel percorso che ha portato alla costituzione della CSP, si può aggiungere,  ha recitato un ruolo fondamentale pure la Fondazione Messina - Ente filantropico, che in questi anni ha accompagnato e supportato  oltre 200 imprese, generando più di 600 posti di lavoro attraverso uno strumento, quello dei Wbo, che lo stesso creatore della Fondazione, Gaetano Giunta, ha definito <<una possibile misura strategica per promuovere una forma di economia “giusta”>>.
“Nel nostro caso, l’azione della Fondazione Messina - conclude Giuttari -  è stata finalizzata al rafforzamento delle competenze manageriali dei soci lavoratori, alla pianificazione economico-finanziaria e all’attrazione di risorse finanziarie. Oggi, la Fondazione continua a supportare la nostra azienda per quanto concerne le possibilità di sviluppo e l’ambito manageriale, mettendo a disposizione le proprie reti e i propri ‘mercati relazionali’. Ma non solo. La Fondazione ha istituito pure un fondo di venture philanthropy che permetterà un’ulteriore capitalizzazione della cooperativa”.

Andrea Bernardini