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Imprese sociali che nascono e crescono, anche grazie alla capitalizzazione di CFI, all'interno del progetto europeo small2big: Cooperativa L’ARCOLAIO

Fotografia“Mi è del tutto indifferente se un uomo viene da Harvard o da Sing Sing. Noi assumiamo l’uomo, non la sua storia”. Questa frase dell’editore statunitense Malcolm Forbes c’è tornata utile quando abbiamo deciso di conoscere un po’ meglio la  cooperativa sociale L’Arcolaio, costituita a Siracusa nel 2003. L’impresa siciliana, sostenuta anche da CFI, è nata infatti con lo scopo primario di offrire percorsi qualificati di reinserimento sociale e lavorativo ai detenuti. Della cooperativa, che è formata da 19 soci (di cui 8 soci lavoratori) ed ha un fatturato annuo superiore ai 700.000 euro, abbiamo parlato con Giuseppe Pisano, presidente de L’Arcolaio, che ha espresso la sua opinione anche sullo Small2Big, il progetto europeo rivolto a finanziare le imprese sociali.

Presidente Pisano, per cominciare, ci potrebbe dire quali sono i tratti salienti di una cooperativa come la vostra?
Noi lavoriamo con i detenuti della Casa Circondariale di Siracusa. Ci occupiamo del loro reinserimento sociale e lavorativo. A tale scopo, la cooperativa ha avviato, all’interno del carcere, un’attività di impresa sociale per la produzione dolciaria da agricoltura biologica. I prodotti vengono commercializzati in tutta Italia e in alcuni paesi europei con il marchio “Dolci Evasioni”. In questo modo, intendiamo dare il nostro contributo all’evoluzione del sistema penitenziario verso una vera funzione rieducativa della pena e la conseguente riduzione della recidiva. Vogliamo costruire e consolidare un’esperienza di economia sociale, solidale e partecipata, che, insieme a molte altre realtà in tutta Italia, sia capace di rappresentare un fattore di riequilibrio dei meccanismi più “perversi” del mercato.

Ci pare che la vostra attività guardi al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti anche attraverso un’opera di sensibilizzazione verso il consumo critico e consapevole. È così?
Sì, è vero. Basti pensare che, alla fine del 2014, L’Arcolaio ha dato vita, all’esterno della struttura carceraria, al progetto “Frutti degli Iblei”, con tre obiettivi fondamentali: valorizzare la diversità naturale e culturale del territorio; recuperare terreni incolti attraverso l’agricoltura  biologica; realizzare percorsi di accompagnamento per favorire l’autonomia di  persone svantaggiate. Questo progetto ci ha consentito di creare delle opportunità sia per i detenuti che possono usufruire dei benefici previsti dalla legge in relazione al lavoro esterno sia per coloro che escono dal carcere e necessitano di un periodo di sostegno, per far sì che il loro reinserimento socio-lavorativo venga in qualche modo facilitato. In più, con il progetto “Frutti degli Iblei”, la nostra cooperativa è riuscita a dare risposte concrete al bisogno, presente nel territorio del siracusano, di occupazione e di formazione, in particolare  per  soggetti svantaggiati e vulnerabili.

Sono passati vent’anni dalla nascita de L’Arcolaio. Qual è il segreto della vostra longevità? O meglio, qual è il vostro vero punto di forza?
In tutti  questi anni abbiamo tessuto una fitta rete di relazioni,  senza mai rinunciare alla coerenza e alla nostra dimensione etica. Questo ci ha portato ad avere una certa reputazione aziendale che si è rivelata, pure nei momenti più difficili, uno dei nostri punti di forza. Inoltre, la cooperativa è stata anche in grado di attrarre forze giovani, che ci hanno permesso di intraprendere un percorso di riorganizzazione interna e di rinnovamento della base sociale.  Ci interessa, oltre al ricambio generazionale,  la possibilità di raggiungere, anche attraverso le giovani generazioni, un equilibrio virtuoso tra l’anima sociale della cooperativa e gli aspetti aziendali, indispensabili per la sostenibilità economica dell’attività d’impresa.
 
A proposito di sostenibilità economica dell’impresa, ci dice qualcosa sul progetto Small2Big? Che benefici ne avete tratto?
Grazie al progetto Small2Big, stiamo portando avanti un programma che verrà a configurarsi come l’evoluzione di quanto abbiamo realizzato in questi vent’anni di attività; un programma che permetterà alla cooperativa di rafforzare il proprio ruolo nel territorio di riferimento, per la diffusione di una cultura dell’economia civile e di pratiche che favoriscano l’inclusione delle persone fragili. Sto parlando del progetto “Cavadonna Lab”, che ha la pretesa di diventare un punto di riferimento per tutta la comunità circostante, per l’ideazione e la realizzazione di azioni didattiche, formative e dimostrative, legate alla promozione dell’economia civile. Il progetto prevede anche la realizzazione di un nuovo impianto, in grado di rendere più efficiente l'attività produttiva, consentendo alla cooperativa di sviluppare nuove linee di lavorazione, di aumentare i volumi di produzione e di ampliare il paniere dei prodotti, in modo da “aggredire”nuovi mercati. Puntiamo ad un aumento graduale dei ricavi nei primi tre anni di funzionamento del Laboratorio. Una maggiore disponibilità finanziaria significherà, per noi,  investire nel circuito dell'economia sociale e circolare e, in particolare, la possibilità di aumentare i livelli occupazionali di persone fragili, soprattutto detenuti ed ex detenuti.

L’avvenire è di coloro che non sono disillusi, diceva Georges Eugène Sorel. Il futuro de L’Arcolaio come lo vede?
Cerchiamo di costruire il futuro giorno per giorno. In questi mesi, per esempio,  stiamo lavorando ad un’iniziativa particolarmente impegnativa e ambiziosa. Un Accordo Territoriale, a cui aderiscono enti pubblici ed enti del terzo settore,  che mira a creare una rete pubblico-privata, nella provincia di Siracusa, per la promozione di interventi in grado di favorire l’inclusione delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale o che si trovano nella delicata fase del reinserimento nella comunità al termine della pena.

Un’ultima domanda sorge spontanea, per dirla alla maniera di un famoso giornalista. Che cosa significa per voi essere una cooperativa?
Fin dall’inizio, L’Arcolaio ha cercato di presentarsi come una vera realtà cooperativa, un luogo di crescita e di partecipazione per i soci e per i dipendenti. In una società in cui la concorrenza
selvaggia è elevata a valore, è fondamentale far risaltare l’importanza della cooperazione e della
collaborazione,  quali  strumenti per perseguire risultati economici equi in una società più giusta.

Andrea Bernardini